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Nel giorno in cui avrebbe compiuto 100 anni, il Comune di Imola ha reso omaggio a Germano Sartelli, scultore di fama nazionale, con l’intitolazione della rotatoria nei pressi del complesso di Sante Zennaro, all’intersezione tra via D’Agostino, via Pirandello e via San Benedetto.
La cerimonia si è tenuta oggi, venerdì 31 gennaio, alle ore 12.00 alla presenza dell’Assessore alla Cultura Giacomo Gambi, insieme ai familiari e a tutti coloro che hanno conosciuto e apprezzato l’artista e la sua opera.
Dichiarazione congiunta del Sindaco Marco Panieri e dell'Assessore alla Cultura, Giacomo Gambi: "Oggi celebriamo il centenario della nascita di Germano Sartelli, un artista che ha lasciato un segno profondo nella nostra città, e lo facciamo con un gesto simbolico ma significativo: l’intitolazione della rotatoria di Sante Zennaro, che ospita una sua opera tanto amata e riconoscibile per gli imolesi. L’arte di Sartelli ha sempre dialogato con lo spazio e con la comunità. Per questo, in accordo con la famiglia, abbiamo scelto di non inserire segnaletica all’interno della rotatoria, rispettando così la sua volontà: la sua opera è l’intera rotatoria. Germano Sartelli ha impreziosito il nostro paesaggio, traendo ispirazione dalla vallata imolese, così come la sua casa di Codrignano, oggi riconosciuta come Casa di illustri dalla Regione. Un luogo che, grazie alla famiglia, potrà essere sempre più aperto a visite e collaborazioni. Nel corso di questo 2025, tanti appuntamenti e mostre celebreranno il suo talento e il suo lascito culturale. Sartelli non è stato solo un grande scultore, ma un uomo straordinario che ha creduto nell’arte come strumento di libertà ed espressione, portandola anche all’interno dell’Ospedale Psichiatrico Lolli, con un progetto pionieristico di arteterapia.L'arte non può essere per pochi. Il suo legame con Imola è profondo: dalle opere conservate nei nostri Musei Civici, agli elementi di comunicazione che ancora oggi utilizziamo, fino ai laboratori per i più piccoli che portano il suo nome. Un segno tangibile di quanto il suo contributo continui a vivere nel presente e nel futuro della nostra comunità. Inoltre, da aprile 2025, sarà allestita una mostra da Imola Musei che celebrerà il suo lavoro e la sua storia."
"La mostra che aprirà il prossimo aprile al Museo San Domenico - aggiunge Diego Galizzi, direttore di Imola Musei - celebrerà sì il Centenario della nascita di Sartelli, ma soprattutto celebrerà il suo genio creativo e il suo legame strettissimo col nostro territorio. Sartelli può essere letto e raccontato da diversi punti di vista: quello che proporremo al pubblico sarà uno sguardo ampio, che cercherà di mettere a fuoco i vari momenti del suo percorso artistico offrendo ai visitatori le sue opere più rappresentative. Racconteremo il grande artista, il poeta della materia che così magistralmente ha saputo selezionare e manipolare i lacerti più dimessi e usurati del mondo naturale o tecnologico conferendo loro una carica lirica ed emozionale sorprendente. Lo faremo insieme al curatore, prof. Claudio Spadoni, che certamente è da considerarsi tra i più profondi conoscitori dell'arte di Germano".
Germano Sartelli, un innovatore della scultura e dell’arteterapia
Nato a Imola nel 1925, Germano Sartelli ha lasciato un segno profondo nel panorama artistico italiano. Dopo aver appreso l’intaglio del legno negli anni ’30 e ’40 sotto la guida di Gioachino Meluzzi, aprì un atelier nel borgo di Codrignano, sviluppando uno stile unico basato sul riuso di materiali di recupero, come fili metallici, legname e pagine di giornale.
Nel 1958 la sua prima mostra venne organizzata da Dino Gavina al Circolo di Cultura di Bologna, con una presentazione di Maurizio Calvesi. Nel 1962 ricevette il premio per la scultura del Ministero della Pubblica Istruzione, mentre nel 1964 espose alla 32ª Biennale di Venezia, iniziando un percorso che lo portò a numerose mostre e riconoscimenti.
Oltre alla sua attività artistica, Sartelli fu un pioniere dell’arteterapia. Negli anni ’50, presso l’Ospedale psichiatrico Luigi Lolli di Imola, insegnò pittura ai degenti, portando nel 1954 alla prima esposizione pubblica in Italia delle loro opere, un’esperienza innovativa documentata nel 2006.
La sua figura e il suo lavoro sono stati oggetto di studi da parte di critici come Andrea Emiliani, Claudio Spadoni e Roberto Daolio. Nel 2014, anno della sua scomparsa, uscì il documentario "Germano Sartelli. La forma delle cose, conversazioni" di Paolo Fiore Angelini, in cui l’artista racconta il suo percorso. Il fondo archivistico è oggi conservato presso il Museo San Domenico di Imola.
L’intitolazione della rotatoria rappresenta un segno concreto del legame tra Germano Sartelli e la sua città, che ne onora il talento e l’impegno nel campo dell’arte e della cultura.
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Ultimo aggiornamento: 31-01-2025, 15:19