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È con grande soddisfazione che il Servizio Teatri della Città di Imola presenta alla cittadinanza la programmazione della nuova Stagione Teatrale 22/23.
Il cartellone più atteso è senz’altro quello della Stagione di Prosa 22/23 del Teatro Comunale “Ebe Stignani”, di cui siamo lieti di annunciare titoli ed interpreti. Ad esso si affiancheranno una serie di rassegne teatrali realizzate in collaborazione con associazioni ed enti del territorio che andranno a rendere ancora più ricca e diversificata l’offerta dei nostri teatri, fra cui: la rassegna di teatro per bambini e adulti Favole all’Osservanza, realizzata in collaborazione con Accademia Perduta/Romagna Teatri; la rassegna Orizzonti, realizzata in collaborazione con T.I.L.T. (Trasgressivo Imola Laboratorio Teatro); la Rassegna Dialettale Avis, realizzata in collaborazione con Avis Comunale Imola; e la rassegna Filodrammatiche C.A.R.S. in collaborazione con Cooperativa Assistenza Ricreazione Sociale. Non ultima, va ricordata la stagione concertistica di Emilia Romagna Festival, la cui programmazione è già stata annunciata con la conferenza stampa dello scorso 13 settembre.
“Il Teatro è evasione, è divertimento ma è anche stimolo alla riflessione grazie alle suggestioni che i grandi testi teatrali ci offrono – sintetizza l’assessore alla Cultura, Giacomo Gambi -. Grandi testi, eccelse prove d’attore e la massima cura nelle scelte artistiche caratterizzano anche quest'anno il cartellone di prosa dello Stignani, appuntamento imprescindibile nella vita culturale della città. Di fianco alla stagione di prosa, quest'anno ne abbiamo aggiunta una dedicata ai più piccoli in collaborazione con Accademia Perduta, per un'offerta teatrale cittadina che non escluda nessuno, perché i nostri concittadini più piccoli sono già spettatori oggi e lo saranno ancora domani. Proprio per dare visione e valore a tutte le rassegne che quest'anno vengono accolte nei nostri teatri e che rendono ricca e diversificata l’offerta, abbiamo voluto presentare con una conferenza stampa e una comunicazione unitaria, a fianco della stagione di prosa, anche tutte le altre rassegne”.
LA STAGIONE DI PROSA 2022/2023
Un cartellone ricco di titoli accattivanti che guarda al teatro contemporaneo e al meglio della produzione recente, senza dimenticare i classici che tutti amiamo. Da Pirandello a Stephen King, dalle suggestioni shakespeariane al graphic novel theatre, da Rostand a Orson Welles, fino alla commedia in videochat. Tradizione e contaminazione, classico e moderno si intrecciano per offrire a tutti i tipi di pubblico una suggestione, un’emozione, uno stimolo. Questa l’offerta del Teatro Stignani che presenta alla Città di Imola la nuova stagione di prosa in programma da novembre 2022 ad aprile 2023. Grandi testi, brillanti prove d’attore e la massima cura nelle scelte artistiche caratterizzano ormai da anni il cartellone dello Stignani, che da sempre costituisce un appuntamento imprescindibile nella vita culturale della Città.
Inaugurazione Stagione di prosa 2022/2023
dal 30 novembre al 4 dicembre
Misery
di William Goldman
tratto dal romanzo di Stephen King
con Arianna Scommegna, Aldo Ottobrino, Carlo Orlando
regia Filippo Dini
La Stagione di Prosa dello Stignani debutta ufficialmente il 30 novembre con un titolo cult della narrativa e della cinematografia: Misery. Quando il romanzo Misery di Stephen King fu pubblicato nel 1987, balzò subito all’attenzione dei moltissimi fan del Re del thriller e vinse il premio Bram Stoker. Il pluripremiato sceneggiatore e drammaturgo William Goldman trasformò il libro in una sceneggiatura cinematografica da cui nacque il film omonimo del 1990, diretto da Rob Reiner, con James Caan e Kathy Bates, che per la sua interpretazione si aggiudicò Oscar e Golden Globe come migliore attrice. La vicenda agghiacciante e claustrofobica dello scrittore Paul Sheldon caduto nelle mani della fan Annie Wilkes rivive ora in teatro, grazie all’allestimento italiano diretto da Filippo Dini. In scena nei panni dello scrittore Aldo Ottobrino, nel ruolo dell’infermiera disturbata Annie Wilkes, Arianna Scommegna e Carlo Orlando nel ruolo dello sceriffo, con musiche di Arturo Annecchino, scene e costumi di Laura Benzi, luci di Pasquale Mari (insignito per questo lavoro del premio Ubu 2021), trucco di Cinzia Costantino e con la traduzione di Francesco Bianchi. Ciò che racchiude questo testo, però, va ben oltre la storia terrorizzante dello scrittore Paul Sheldon, salvato da un brutto incidente stradale dalla sua fan numero uno che si trasforma in una carceriera e non si ferma davanti a niente pur di tenere in vita il suo personaggio preferito. Mentre Annie diventa l’incarnazione diabolica dell’amore che ogni essere umano nutre verso le storie e verso chi le racconta, l’autore sembra diventare un moderno Sherazade, o racconta o muore. Ma non è ancora tutto, nell’angoscia della costrizione egli affronta faccia a faccia, come mai lo ha affrontato nella sua vita, il suo demone, incarnato da Annie, quello che accompagna la vita di ogni artista: il demone tirannico e folle della creazione, che tutto dona e che in cambio vuole la vita. Misery è un testo senza tempo in cui vengono indagati i meandri della mente umana che cerca le storie, le vuole, le brama, e che di fronte alla fonte di quelle storie non può far altro che innamorarsi e nutrirsi, anche a costo di distruggere per sempre chi alimenta i suoi sogni.
dal 11 al 15 gennaio
Il marito invisibile
scritto e diretto da Edoardo Erba
con Maria Amelia Monti e Marina Massironi
Per il secondo appuntamento della Stagione, una commedia brillante: Il Marito Invisibile di Edoardo Erba, testo originalissimo che rappresenta la prima commedia in videocall. Una videochat fra due amiche cinquantenni, Fiamma (Maria Amelia Monti) e Lorella (Marina Massironi), che non si vedono da tempo. I saluti di rito, qualche chiacchiera, finché Lorella annuncia a sorpresa: mi sono sposata! La cosa sarebbe già straordinaria di per sé, vista la sua proverbiale sfortuna con gli uomini. Ma diventa ancora più incredibile quando lei rivela che il nuovo marito ha ... non proprio un difetto, una particolarità: è invisibile. Fiamma teme che l'isolamento abbia prodotto danni irreparabili nella mente dell'amica. Si propone di aiutarla, ma non ha fatto i conti con la fatale, sconcertante, attrazione di noi tutti per l'invisibilità… Una messinscena innovativa con le attrici che recitano, sul palco, senza mai guardarsi avvolte da uno sfondo completamente blu; in alto, invece, appaiono in due grandi schermi mentre sono nelle loro case come a dire che la realtà virtuale supera la realtà ordinaria. Un'esilarante commedia sulla scomparsa della nostra vita di relazione con le due protagoniste che ci accompagnano, con la loro personalissima comicità, in un viaggio che dà i brividi per quanto è scottante e attuale. Dice il regista Edoardo Erba: “Ho voluto creare una realtà virtuale più ricca e articolata della realtà che vediamo sul palco. Le attrici recitano sullo sfondo di un blue screen circondate da una realtà monocromatica, che prende vita e colore solo dal piano della telecamera in su. Sui grandi schermi che sovrastano il palco, invece, le vediamo vivere nelle loro case, piene di oggetti, di luci, di fumo, di colori e di movimento. Benché composto da cinque scene con passaggi di tempo fra l’una e l’altra (cinque atti si sarebbe detto una volta) lo spettacolo non prevede mai il buio. Gli schermi sono sempre attivi, perché quando i personaggi escono di scena, prendono il cellulare e il pubblico vede ingrandito quello che loro vedono sullo schermo del telefono. Ne esce un atto unico dal ritmo incalzante, che cattura lo spettatore dalla prima battuta, senza lasciargli mai la possibilità di distrarsi.”
dal 24 al 29 gennaio
Azul
Gioia, Furia, Fede y Eterno Amor
scritto e diretto da Daniele Finzi Pasca
con Stefano Accorsi, Luciano Scarpa, Sasà Piedepalumbo, Luigi Sigillo
Il terzo spettacolo in cartellone si intitola Azul e segna il ritorno a Imola di uno degli attori italiani più popolari e apprezzati: Stefano Accorsi. In una città dove il gioco del pallone è febbre, amore e passione quattro amici fanno i conti con le loro rispettive vite e facendo affiorare ricordi, provano a ricostruire una serenità andata a pezzi. Nella loro semplicità, hanno qualcosa di molto singolare e unico che li accomuna; la passione folle per la squadra del cuore e infanzie originali, quasi fiabesche. Sono fatti di materia semplice come il pane, ma la domenica, allo stadio si fanno travolgere da una furia che ogni volta li spazza e li sconquassa. C’è gioia, amarezza, ironia e tanta voglia di sorridere mentre evocano le vittorie, i momenti di estasi, le sconfitte e le tragedie che hanno condiviso negli anni. Una storia di gente semplice, unita da un’amicizia inossidabile che li aiuta ad affrontare la vita stringendosi in un abbraccio delirante e commovente. Commenta il protagonista Stefano Accorsi: “Far parte di uno spettacolo così sospeso fra sogno e semplicità, fra amicizia, ironia, fragilità, passione, tifo, musica e colori, dopo un periodo come quello che abbiamo vissuto e dal quale ancora non siamo totalmente usciti, è una meravigliosa avventura. Daniele Finzi Pasca scrive in modo tridimensionale, bisogna letteralmente entrare nel suo mondo per abitarlo e viverlo, sentirlo senza voler spiegare ogni cosa. Personaggi veri e al tempo stesso trasognati, clown toccanti e divertenti nei quali ci si riconosce tantissimo tutti. Con Luciano Scarpa, Sasà Piedepalumbo e Luigi Sigillo in scena è puro divertimento anche quando si toccano le corde più profonde e intime. Sono felice che con il Teatro della Pergola e Nuovo Teatro continui questa collaborazione così libera artisticamente, non vedo l’ora di ritrovare il pubblico in tutti i teatri italiani!”
dal 8 al 12 febbraio
Il berretto a sonagli
di Luigi Pirandello
con Gabriele Lavia, Federica Di Martino, Francesco Bonomo
regia Gabriele Lavia
Un autore fondamentale per il teatro italiano del Novecento, Luigi Pirandello, ci accompagna al quarto appuntamento del mostro cartellone: Il berretto a sonagli. A presentarci lo spettacolo è il l’interprete principale e regista, Gabriele Lavia: “Per Luigi Pirandello la vita è una “soglia” troppo affollata del “nulla”... E tutta la sua opera ruota attorno a questo “nulla” affollato di “apparenze”, di ombre che si agitano nel dolore e nella pazzia. Solo “i personaggi” sono “veri” e “vivi”. Il Berretto a Sonagli è una tragedia della mente. Ma porta in faccia la maschera della “farsa”. Pirandello mette sulla scena un “uomo vecchio” uno di quegli uomini “invisibili”, senza importanza, schiacciato nella “morsa” della vita e, poiché́ è un “niente di uomo” è trattato come se fosse niente: <Oh che ero niente io?> Questa “domanda disperata” nasconde la concezione di sé stesso, torturata e orgogliosa, di un uomo dissolto nel “nulla” del mondo. E sul nostro palcoscenico, “come trovati per caso”: un vecchio fondale “come fosse abbandonato” e pochi elementi, “come relitti” di un salottino borghese, e “per bene”, dove viene rappresentato un banale “pezzetto” di vita di una “famiglia perbene” o di una “famigliaccia per bene” che fa i conti con l’assillante angoscia di dover essere “per gli altri”, di fronte agli altri. Come se la propria vita fosse, per statuto, una recita per “gli altri” che sono gli spettatori ingiusti e feroci, della propria vita. Del proprio “teatro”. Vita di uomini che non sono altro che un segno che indica il nulla, fatto di apparenze, di fantasmi, di tutto quello che l’“io” è per gli altri.
È l’“essere-per-gli-altri” a prendere il sopravvento perché l’“essere-con-gli-altri” è comunque il nostro “essere ineludibile”. Ciampa “scrive”, ha un mondo suo, ma solo di notte, di nascosto, come i delinquenti, quando “gli altri” dormono. Ma, di giorno: <Io sono quello che gli altri dicono che io sia>. Io sono la doxa, il “si dice “. È proprio il “si dice” ad “essere” la stessa sostanza identitaria del mio “io”. È il “segno” della perversione del mondo degli altri.
Ma chi sono “io”? Chi è questo “io”? Questo “io” è determinato, nel suo essere, dalle centomila interazioni sociali. L’unica speranza è difendere l’“io” dall’aggressione degli altri. Ma come? Ciampa usa spranghe alle porte, catenacci, paletti per difendere il suo “io”. Ma non ci riesce. Non si può̀ difendere il proprio “io” dagli attacchi del mondo. Non è possibile uscire dal mondo, uscire da noi stessi. Se lo facciamo siamo morti viventi.”
dal 22 al 26 febbraio
Moby Dick alla prova
di Orson Welles
dal romanzo di Herman Melville
uno spettacolo di e con Elio De Capitani
Il quinto spettacolo in cartellone si rifà al celeberrimo romanzo di Herman Melville, Moby Dick, riscritto per il teatro da Orson Welles, che lo portò al debutto il 16 giugno 1955, al Duke of York's Theatre di Londra. Lo mise in scena in un palco praticamente vuoto, scegliendo di non dare al pubblico né mare, né balene, né navi. Solo una compagnia di attori e se stesso in quattro ruoli, Achab compreso. E vinse la sfida di portare in teatro l’oceanico romanzo di Melville gettando un ponte tra la tragedia di Re Lear e Moby-Dick: l’ostinazione del re - che la vita, atroce maestra, infine redimerà – si rispecchia in quella irredimibile, fino all’ultimo istante, dell’oscuro e tormentato capitano del Pequod. Interprete e regista di questo allestimento, Elio De Capitani descrive così lo spettacolo: «Il testo di Welles, inedito in Italia, è un esperimento molteplice. Blank verse shakespeariano, miscela una sintesi estrema del romanzo, personaggi bellissimi, restituiti in modo magistrale e parti cantate. Noi abbiamo realizzato questo spettacolo ‘totale’, con in più la gioia di una sfida finale impossibile: l'apparizione del capodoglio. E con un semplice trucco teatrale siamo riusciti a crearla in scena. Achab, come Kurtz in Cuore di tenebra, per devastare la natura, soggioga i suoi simili e ne fa strumento del suo odio, con estrema facilità: compito agevole, dopotutto… La mia unica ruota dentata sa mettere in moto i loro diversi meccanismi… ed eccoli tutti in moto. Vitalismo rapace, prepotentemente – ma non esclusivamente – occidentale, che rappresenta quella parte d’umanità che ci porta al disastro, al gorgo mortale che inghiotte la Pequod. Siamo alla sesta estinzione di massa, siamo al riscaldamento globale, siamo sull’orlo del baratro e continuiamo a correre. Generando odiatori meno mitici ma altrettanto ferali di Achab.
Diciamolo: Moby-Dick parla di noi, oggi. Ne parla come solo l’arte sa fare. Cogliendo il respiro dei secoli – tra passato e futuro – nel respiro di ogni istante della nostra vita».
In scena accanto a De Capitani (che interpreta Achab, padre Mapple, Lear e l’impresario teatrale) troviamo Cristina Crippa, Angelo Di Genio, Marco Bonadei, Enzo Curcurù, Alessandro Lussiana, Massimo Somaglino, Michele Costabile, Giulia Viana, Vincenzo Zampa. Il cast salda le eccellenze artistiche di tre generazioni di interpreti. La musica dal vivo di Mario Arcari e i canti diretti da Francesca Breschi (vibranti rielaborazioni degli sea shanties) riempiono intensamente la scena generando emozioni profonde, in uno spazio dominato da un fondale enorme, eppure leggero, cangiante e mutevole, capace di evocare l’immensità del mare e la presenza incombente del capodoglio.
dal 8 al 12 marzo
L’Oreste
quando i morti uccidono i vivi
di Francesco Niccolini
con Claudio Casadio
regia Giuseppe Marini
Tutto lo spettacolo ruota intorno a una vicenda umana che si svolge proprio nella nostra città.
L'Oreste - infatti - è internato nel manicomio dell'Osservanza di Imola. È stato abbandonato quando era bambino, e da un orfanotrofio a un riformatorio, da un lavoretto a un oltraggio a un pubblico ufficiale, è finito lì dentro perché, semplicemente, in Italia, un tempo andava così. Dopo trent'anni non è ancora uscito: si è specializzato a trovarsi sempre nel posto sbagliato nel momento peggiore. Non ha avuto fortuna l'Oreste, e nel suo passato ci sono avvenimenti terribili che ha rimosso ma dai quali non riesce a liberarsi: la morte della sorella preferita, la partenza del padre per la guerra, il suo ritorno dalla campagna di Russia tre anni dopo la fine di tutto e poi la sua nuova partenza, di nuovo per la Russia, per una fantastica carriera come cosmonauta, e - come se tutto questo non bastasse - la morte violenta della madre, una madre che lo ha rifiutato quando era ancora ragazzino con i primi problemi psichici.
Eppure, l'Oreste è sempre allegro, canta, disegna, non dorme mai, scrive alla sua fidanzata (che ha conosciuto a un "festival per matti" nel manicomio di Maggiano a Lucca), parla sempre. Parla con i dottori, con gli infermieri, con un'altra sorella che di tanto in tanto viene a trovarlo, ma soprattutto parla con l'Ermes, il suo compagno di stanza, uno schizofrenico convinto di essere un ufficiale aeronautico di un esercito straniero tenuto prigioniero in Italia. Peccato che l'Ermes non esista.
L'Oreste è una riflessione sull'abbandono e sull'amore negato. Su come la vita spesso non faccia sconti e sia impietosa. E su come, a volte, sia più difficile andare da Imola a Lucca che da Imola sulla Luna. Uno spettacolo originalissimo, di struggente poesia e forza, in cui fluiscono momenti drammatici e altri teneramente comici. Con un’animazione grafica di straordinaria potenza, visiva e drammaturgica, Claudio Casadio dà vita e voce a un personaggio indimenticabile, affrontando con grande sensibilità attoriale il tema importante e delicato della malattia mentale. I sogni dell'Oreste, i suoi incubi, i suoi desideri e gli errori di una vita tutta sbagliata trasformano la scenografia e il teatro drammatico classico in un caleidoscopio di presenze che solo le tecniche del "Graphic Novel Theater" rendono realizzabile: un impossibile viaggio tra Imola e la Luna attraverso la tenerezza disperata di un uomo abbandonato da bambino e che non si è più ritrovato.
dal 29 marzo al 2 aprile
I Macbeth
di Francesco Niccolini
molto liberamente ispirato a William Shakespeare e a stragi dei giorni nostri
con Enzo Vetrano, Stefano Randisi, Giovanni Moschella e Raffaella d’Avella
regia Vetrano e Randisi
I Macbeth segna il ritorno di una coppia di attori molto amati dal pubblico imolese, Enzo Vetrano e Stefano Randisi, che ritroviamo dopo il successo del loro Riccardo 3 della scorsa stagione. Lo spettacolo di quest’anno porta avanti il un originalissimo lavoro di rielaborazione dei testi shakespeariani, grazie alla penna di Francesco Niccolini. In una stanza vuota Lady Macbeth cerca di sbiancare le proprie mani e ogni suo gesto produce frammenti di parole, voci, rumori. Nella stessa stanza Macbeth ha ucciso il sonno ed è ossessionato dai fantasmi della sua mente. È come se tutto fosse esploso: Lei ha perso la memoria, per non ricordare l’orrore che ha istigato e di cui è stata complice, lui non capisce più chi è vivo e chi è morto tra coloro che li circondano. Come si fa a ricostruire una vicenda così antica e così dolorosa da non ricordarne più i contorni, le motivazioni, le conseguenze? Chi può rivivere storie lontane come quella di Macbeth e della sua Lady o raccontare storie vicinissime a noi, che ritroviamo in fatti di cronaca nera che quotidianamente ci stordiscono? Ci vuole qualcuno, al di fuori di queste storie, che possa riavvolgere il nastro per farlo ricominciare daccapo. È necessario guardare indietro alle proprie azioni come se fossero state compiute da altri, distribuirle a corpi diversi, in un gioco di specchi, per liberarsi delle proprie colpe. Questo è un lavoro sull’ossessione. E su stragi che si spiegano solo per ossessione, ieri e oggi: un trono, un’eredità, dei compagni di scuola, dei vicini troppo rumorosi, preghiere a un altro dio. Poco cambia, il risultato è sempre lo stesso: un massacro. Furia, sangue, incubi. Odio. Altro sangue. Lutti. Notti insonni. È la cronaca di come un’ossessione possa trasformarsi in una strage e una strage in uno spaventoso gioco di specchi, nel quale non riesci più a capire cosa è vero e cosa riflesso, chi è Lei e chi è Lui. Ma soprattutto perché è successo quello che è successo…
dal 26 al 30 aprile
Cyrano
di Edmond Rostand
con Arturo Cirillo, Valentina Picello e Giacomo Vigentini
adattamento e regia Arturo Cirillo
Cyrano de Bergerac è uno scontroso, ma abilissimo spadaccino dal lunghissimo naso, scrittore e poeta in bolletta dall'irresistibile vitalità. Leggendaria la sua passione per la poesia e per i giochi di parole, con i quali ama mettere in ridicolo i suoi numerosi nemici, grazie al suo carattere poco incline al compromesso e al suo disprezzo verso potenti e prepotenti. Cyrano nutre segretamente un candido ed impossibile amore per la bella Rossana, sua cugina. Ma la sorte gli riserva qualche amara sorpresa: a teatro, una sera, dopo aver umiliato un attore ed aver sconfitto in duello un gentiluomo, riceve un invito ad un incontro segreto proprio dalla sua amata e si convince che lei voglia confessargli il suo amore. Recandosi sul posto scopre che Rossana è innamorata di un altro giovane, il bel Cristiano… Ci racconta il protagonista, Arturo Cirillo: Andare con il ricordo ad un musical da me visto da ragazzino a Napoli, nell’ancora esistente Teatro Politeama, è stato il primo moto di questo spettacolo. Il musical in questione era il “Cyrano” tratto dalla celeberrima commedia di Rostand, a sua volta ispirata ad un personaggio storicamente vissuto, coetaneo del mio amato Molière. Riandare con la memoria a quella esperienza di giovane spettatore è per me risentire, forte come allora, l’attrazione per il teatro, la commozione per una storia d’amore impossibile e quindi fallimentare, ma non per questo meno presente, grazie proprio alla finzione della scena. Lo spettacolo propone una contaminazione della vicenda di Cyrano di Bergerac, accentuandone più il lato poetico e visionario, e meno quello di uomo di spada ed eroe della retorica, con delle rielaborazioni di musiche da Èdith Piaf a Fiorenzo Carpi. Un teatro canzone, o un modo per raccontare comunque la famosa e triste vicenda d’amore tra Cyrano, Rossana e Cristiano attraverso non solo le parole ma anche le note, che fanno smuovere i cuori, grazie al dramma musicale di un uomo che si considerava brutto e non degno d’essere amato.
NON SOLO PROSA…
L’offerta culturale e d’intrattenimento dei nostri Teatri non si riduce, ovviamente, alla sola stagione di prosa, ma grazie alla collaborazione con associazioni e gruppi teatrali del territorio si arricchisce di proposte per tutti i gusti, volte ad abbracciare un pubblico sempre più eterogeneo e vasto.
Oltre alla stagione concertistica invernale #ERFStignaniMusica, curata da Emilia Romagna Festival, che tutti gli anni porta sul palco del Teatro Stignani il meglio della musica classica e da camera, siamo lieti di annunciare una serie di rassegne che si svolgeranno prevalentemente presso il Teatro dell’Osservanza, per valorizzare ulteriormente il secondo teatro della nostra città.
Favole all’Osservanza
rassegna di teatro per le famiglie
Una serie di otto spettacoli per bambini e adulti che si svolgeranno al teatro dell’Osservanza a partire dal 8 dicembre, fino al 19 marzo. La rassegna nasce grazie alla collaborazione con Accademia Perduta/Romagna Teatri e sono proprio i direttori artistici di Accademia Perduta, Ruggero Sintoni e Claudio Casadio, a presentarcela: Quello delle fiabe è un linguaggio universale, capace di abbattere qualsiasi barriera, la cui poesia è accessibile a tutti, senza distinzioni di età, provenienze culturali o sociali. Il Teatro Ragazzi è una straordinaria occasione di divertirsi, emozionarsi e sorprendersi. Un Teatro popolare che “unisce” tutti i componenti del nucleo familiare attraverso la magia dell’arte, della fantasia e della creatività. Questa “unione” è oggi una possibilità rarissima che lo spettacolo dal vivo può ancora offrire a differenza della fruizione, spesso solitaria, di uno spettacolo sul piccolo schermo domestico. Siamo felici di inaugurare la nostra collaborazione con il Comune di Imola con una ricca rassegna di spettacoli per le famiglie e le nuove generazioni, un genere, quello del Teatro Ragazzi, che ha caratterizzato tutta la storia di Accademia Perduta/Romagna Teatri. Speriamo che le famiglie della città raccolgano l’invito a partecipare alle proposte del programma, composto da spettacoli di alta qualità e originalità, elementi imprescindibili per “catturare” l’esigente pubblico dei bambini. Perché se uno spettacolo piace a un bambino, sicuramente piacerà anche agli adulti; non è sempre vero il contrario…
Per la programmazione dettagliata si rinvia al libretto di stagione.
Orizzonti
rassegna teatrale 2022/2023
Grazie alla collaborazione con T.I.L.T. (Trasgressivo Imola Laboratorio Teatro) il teatro dell’Osservanza ospiterà quest’anno la rassegna teatrale Orizzonti, il cui cartellone include cinque spettacoli, dal 19 novembre al 25 marzo.
T.I.L.T. è un’associazione culturale attiva a Imola dal 1996. Da oltre 25 anni organizza corsi e laboratori teatrali rivolti agli adulti, ai giovani e ai bambini. Produce performance e spettacoli. Raccoglie idee artistiche, collabora con altre realtà del territorio e con alcune fra le più interessanti personalità del teatro contemporaneo.
Nel cartellone di Orizzonti spicca lo spettacolo Museo Pasolini, scritto, interpretato e diretto da Ascanio Celestini, un’opera critica sulla storia italiana che utilizza la vita di Pier Paolo Pasolini come punto di snodo di tante vicende che raccontano l’Italia dalla fine del fascismo in poi. Lo spettacolo è in programma per il 4 febbraio 2023 presso il Teatro dell’Osservanza.
Per la programmazione dettagliata si rinvia al libretto di stagione.
Rassegna Filodrammatiche C.A.R.S.
Un appuntamento storico che quest’anno si rinnova grazie alla collaborazione con Cooperativa Assistenza Ricreazione Sociale è quello con le Filodrammatiche C.A.R.S., che giungono quest’anno alla 46^ edizione. A partire dal 12 novembre e fino al 18 marzo, saranno cinque gli spettacoli saranno al teatro dell’Osservanza, cui si aggiunge uno spettacolo natalizio che si svolgerà al teatro Ebe Stignani. Gli obiettivi della rassegna sono la valorizzazione del teatro amatoriale e popolare, la conservazione e salvaguardia del dialetto come patrimonio culturale e sociale, e il sostegno alle compagnie amatoriali del territorio.
Per la programmazione dettagliata si rinvia al libretto di stagione.
Rassegna Dialettale Avis
“Tina Anconelli”
La 44^ edizione della Rassegna Dialettale AVIS “Tina Anconelli” si svolgerà quest’anno presso il teatro dell’Osservanza, a partire dal 15 ottobre fino al 26 novembre. Quattro spettacoli per valorizzare la tradizione del teatro popolare in dialetto romagnolo, frutto della collaborazione con Avis Comunale Imola. Partecipano alla rassegna la Compagnia Amici del Teatro di Cassanigo, la Compagnia La Rumagnola di Bagnacavallo, la Cumpagnì dla zercia di Forlì e la Cumpagneia de Bonumor di Granarolo Faentino.
Per la programmazione dettagliata si rinvia al libretto di stagione.
LO STIGNANI E IL SUO PUBBLICO:
un sodalizio che si rinnova dopo il distacco dovuto alla pandemia
La Stagione 2021/2022 ha segnato il ritorno alla normalità per quanto riguarda la capienza dei teatri e la regolarità della programmazione, dopo un periodo molto travagliato legato ai vari lockdown e alle misure di contenimento dei contagi.
Nel clima di incertezza generale era difficile prevedere la risposta del pubblico, che tuttavia ha dimostrato di reagire positivamente e con gioia al ritorno a teatro.
Il totale complessivo degli abbonati alla Stagione di prosa 2021/2022 è stato di 1277 abbonamenti, con una flessione contenuta rispetto alla media dei teatri nazionali.
Le presenze complessive nell’arco dell’intera stagione 2021/2022 sono state di 13.249 spettatori, di cui 3033 per vendite di singoli biglietti.
Un dato da sottolineare è la crescita di interesse da parte del pubblico under 20 e under 30: un segno evidente che lo spettacolo dal vivo a Imola è sempre più attraente per le giovani generazioni, frutto di operazioni mirate a coinvolgere questa fascia di pubblico, come le recenti recite gratuite riservate al pubblico under-20 degli spettacoli Riccardo 3, L’attimo fuggente e Un’Ultima cosa.
LE SCUOLE INCONTRANO IL TEATRO
Questo interesse nei confronti del teatro da parte delle nuove generazioni porta a una riflessione sull’attività didattica dei Teatri di Imola. È sempre più importante e necessario formare gli spettatori di domani e avvicinare i ragazzi al Teatro. Dal 2015 il Teatro Stignani formula una proposta alle scuole strutturata in una serie di attività didattiche dedicate allo spettacolo dal vivo, incontrando un sempre crescente interesse da parte di scuole e insegnanti. Le attività, tutte gratuite e declinate in base all’età e alle caratteristiche degli studenti, sono pensate con l’obiettivo di formare il pubblico del futuro e di illustrare le opportunità professionali che il teatro può offrire. Durante i mesi di lockdown è stato avviato un nuovo servizio guida in diretta streaming rivolto alle scuole grazie al quale le scolaresche possono visitare il teatro Stignani in maniera virtuale restando in classe e in totale sicurezza. Appoggiandosi a una piattaforma di videoconferenze gli allievi possono dialogare e interagire con una guida e andare alla scoperta delle sale del Teatro Stignani e delle meraviglie che nascondono.
Dall’anno scolastico 2015-2016 il Teatro Stignani si impegna con continuità nel progetto di Alternanza scuola-lavoro, durante il quale gruppi di studenti collaborano alla progettazione dei laboratori didattici e partecipano a tutte le attività del teatro, cogliendo la complessità che sta all’origine della realizzazione di eventi e l’importanza del lavoro di squadra nella gestione degli obiettivi programmati.
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Ultimo aggiornamento: 20-09-2023, 09:03