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Prosegue il percorso attivato dal Nuovo Circondario Imolese per la progettazione e l’allestimento del nuovo spazio dedicato alla storia delle istituzioni manicomiali imolese dentro al padiglione 10/12 dell’Osservanza che ospiterà anche la sede del Nuovo Circondario Imolese.

Dopo la numerosa adesione alla campagna di partecipazione arrivano il Logo e l’identità visiva dello spazio all’interno del padiglione 10/12 dell’Osservanza.

Il nome ed il nuovo logo

In questi mesi, con il supporto di Hibou Heritage & Digital Humanities è stata costruita l’identità del nuovo laboratorio che passa anche attraverso il nome e il logotipo: LIMI il nome scelto che è acronimo di Laboratorio museale sulle istituzioni manicomiali imolesi. Una scelta pensata per essere chiara, immediata, ma anche capace di evocare appartenenza e memoria. LIMI è un nome che nasce per restare, per entrare con naturalezza nel linguaggio quotidiano della città e nel dialogo tra le persone. È un nome che non si limita a descrivere uno spazio espositivo, ma ne esprime la natura profonda: un laboratorio aperto, vivo, in trasformazione continua. Un luogo in cui la storia imolese si intreccia con le esperienze individuali e collettive, e in cui la memoria diventa materia di ricerca, ascolto e relazione.

Il logo di LIMI riflette l’anima del progetto: semplice, essenziale, quasi geometrico nella forma, ma capace di sorprendere. Basta inclinare leggermente la testa per cogliere uno spostamento percettivo, un invito sottile a cambiare punto di vista. È un gesto minimo, ma significativo, che richiama lo spirito del laboratorio: guardare la realtà da angolazioni nuove, con curiosità e partecipazione. Il punto di vista di chi visita, ascolta, ricorda, è importante. LIMI racconta in modo chiaro e rigoroso la storia delle istituzioni manicomiali imolesi, ma lascia spazio anche all’esperienza personale, all’emozione, alla domanda aperta. Il carattere tipografico scelto, CoFo Kabeltouw, nasce da una sintesi tra rigore e umanità: un design ispirato all’estetica industriale che conserva però il calore delle lettere dipinte sui muri.

Un logo che accompagna con coerenza e sensibilità la visione partecipativa e in divenire del nuovo laboratorio museale.

Dopo il successo del percorso partecipato, a ottobre il progetto definitivo dell’allestimento dello spazio

Ricordi personali, oggetti di vita quotidiana, materiali d’archivio, racconti di cura, lavoro, sofferenza e umanità: sono questi i tasselli che andranno a comporre il mosaico della memoria degli ospedali psichiatrici della città. Si è conclusa con numeri significativi la campagna di raccolta di contenuti promossa dal Nuovo Circondario Imolese e curata da BAM! Strategie Culturali nell’ambito del progetto La Città dei Matti, con l’obiettivo di alimentare il processo di co-progettazione del Laboratorio museale sulle Istituzioni manicomiali imolesi.


Avviata il 24 febbraio e conclusa il 30 aprile 2025, la campagna ha coinvolto attivamente circa 100 persone, di cui 74 hanno lasciato un contributo tra contenuti digitali e testimonianze durante l’evento pubblico del 28 marzo. L’iniziativa si è articolata in due principali canali: una piattaforma online (www.cittadeimattilab.it) che ha raccolto oltre 500 utenti attivi e un incontro dal vivo molto partecipato, con oltre 50 persone coinvolte nei tavoli di lavoro tematici presso l’Osservanza.

Un patrimonio variegato e profondo che include esperienze di lavoro all’Osservanza, ricordi familiari, materiali provenienti dai laboratori artistici, e voci di medici e operatori sanitari del periodo post-riforma Basaglia. “Ho partecipato quando attraversammo la città con i degenti in uno spettacolo improvvisato e liberatorio” – recita una delle tante testimonianze che daranno forma alla narrazione corale del futuro spazio.

Parte delle persone che hanno aderito al percorso sono state ricontattate per raccogliere e digitalizzare i materiali proposti e approfondire i contenuti in vista dell’eventuale inserimento nell’allestimento museografico, fisico e digitale. Gli incontri individuali, organizzati da Hibou Heritage & Digital Humanities, cooperativa incaricata della progettazione espositiva del nuovo Laboratorio museale, si stanno svolgendo in queste settimane. Le interviste audio e video, gli oggetti, le fotografie, le pagine di diario, costruiscono un racconto personale e collettivo allo stesso tempo. Ogni incontro mostra una pagina diversa, sono testimonianze biografiche, familiari, storie di lavoro, riflessioni aperte che entrano in dialogo con i risultati della ricerca storica e archivistica per dare forma a un percorso condiviso, che restituisca con rispetto e profondità la complessità della storia dell’Osservanza, del Lolli e delle altre istituzioni manicomiali imolesi.

Il percorso verso il Laboratorio sulla storia della psichiatria imolese prosegue, quindi, nel segno della partecipazione, della memoria collettiva e dell’innovazione culturale. In autunno, fra fine Settembre e inizi Ottobre, verrà presentato il progetto definitivo dell’allestimento dello spazio per rispettare i tempi previsti per l’inaugurazione entro fine Marzo 2026.

Secondo la vice sindaca Elisa Spada: “Il percorso che stiamo facendo verso la realizzazione del laboratorio museale della storia delle istituzioni manicomiali imolesi, che ha messo al centro la partecipazione attiva della nostra comunità, ci sta restituendo una narrazione collettiva da cui emerge quanto la storia dei manicomi sia intimamente legata alla nostra storia e quanto sia importante che questo luogo sia memoria viva, capace di offrire chiavi di lettura per leggere il presente della salute mentale. Il nome scelto, LIMI, rappresenta proprio questa volontà e rappresenta la volontà che il luogo sia vivo, fucina di sperimentazioni e di confronti e dialoghi fra il ricordo di ciò che è stato il passato, il presente ed un futuro dove la persona, con i suoi bisogni, deve sempre più tornare al centro del dibattito pubblico. Ringrazio il Nuovo Circondario Imolese, BAM! Strategie Culturali e Hibou Heritage & Digital Humanities per la competenza e la passione che continuano a mettere in questo importante percorso, il Con.Ami, il Comune di Imola e l’Ausl di Imola che ne accompagnano lo sviluppo e tutte le persone che, partecipando, hanno scelto di fare delle loro singole memorie, memoria collettiva”

Per approfondirewww.nuovocircondarioimolese.it

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Ultimo aggiornamento: 01-07-2025, 14:15