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Sono cominciate oggi le iniziative organizzate dal Comune di Imola per celebrare il 10 febbraio “Giorno del Ricordo”, ricorrenza istituita in Italia con la legge 30 marzo 2004, n. 92 per “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra”.
Questo pomeriggio, a partire dalle 16,30 si è svolto il Consiglio comunale, che nella sua prima parte è stato dedicato a celebrare il “Giorno del Ricordo”. I lavori sono stati aperti dall’intervento del sindaco Marco Panieri, seguito da quelli del presidente del Consiglio comunale, Roberto Visani e del vice presidente del Consiglio comunale, Nicolas Vacchi. E’ poi stato proiettato il video: “Foibe e Giorno del Ricordo”, seguito dagli interventi dei gruppi consiliari e da quello degli studenti della scuola secondaria di primo grado “Luigi Orsini”.
In specifico, gli studenti della scuola secondaria di primo grado “Orsini” - IC 7, dirigente Rossana Neri, hanno eseguito la canzone di Sergio Endrigo "1947" (3 voci, 2 flauti traversi, 2 pianoforti). Oltre a questo, 5 ragazzi hanno letto brani tratti dal libro "La bambina con la valigia" di Egea Haffner e Gigliola Alvisi.
Intervento del sindaco Marco Panieri
“Domani, 10 febbraio, celebreremo ‘Giorno del Ricordo’, ricorrenza istituita in Italia con nel 2004 per “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre e della più complessa vicenda del confine orientale”. La data del 10 febbraio fu scelta perché è il giorno in cui, nel 1947, furono firmati i trattati di pace di Parigi, che assegnavano alla Jugoslavia le regioni dell’Istria, del Quarnaro e della Dalmazia.
La tragedia delle Foibe - nelle quali i partigiani comunisti fedeli a Tito gettarono, tra il 1943 e l’immediato dopoguerra, nel 1945, migliaia di italiani - e il dramma degli esuli costretti ad abbandonare le loro case dopo la cessione alla Jugoslavia. Un dramma del Novecento troppo a lungo dimenticato.
L’aggressività del nuovo regime comunista li costrinse, con il terrore e la persecuzione, ad abbandonare le proprie case, le proprie aziende, le proprie terre. Chi resisteva, chi si opponeva, chi non si integrava nel nuovo ordine totalitario spariva, inghiottito nel nulla. Essere italiano, difendere le proprie tradizioni, la propria cultura, la propria religione, la propria lingua era motivo di sospetto e di persecuzione. Paesi e città si spopolavano dalla secolare presenza italiana, sparivano lingua, dialetti e cultura millenaria, venivano smantellate reti familiari, sociali ed economiche.
Con questa ricorrenza voglio cogliere l’occasione per esprimere la solidarietà di tutta la nostra comunità ai familiari delle vittime, ai sopravvissuti, agli esuli ed ai loro discendenti. Ma in questo caso c’è un elemento in più. Quei circa 250.000 italiani profughi, che tutto avevano perduto, e che guardavano alla madrepatria con speranza e fiducia non sempre trovarono in Italia la comprensione e il sostegno dovuti. Ad aggiungere ancora più dolore al dramma dell’esodo di cui parliamo, vi fu lo scarso senso di accoglienza che in generale, fatte salve le dovute eccezioni, ha animato il popolo italiano nei confronti dei fratelli esuli.
L’insensibilità di allora e dei decenni successivi deve farci riflettere. Da qui la necessità di una memoria condivisa, perché ricordare è la maggiore garanzia per trasmettere alle nuove generazioni l’insegnamento della storia. Ed è importante il ricordo in questo Consiglio Comunale ci sia il contributo di giovani studenti della scuola secondaria di primo grado “Luigi Orsini”. L’istruzione è fondamentale per dare ai giovani una coscienza critica, che sappia trasmettere i valori fondanti della nostra comunità. E’ bene che i giovani conoscano questi tragici avvenimenti perché fanno parte della storia del nostro Paese.
Deve essere un monito anche per l’Europa intera, sconvolta oggi da un nuovo conflitto e che vede l’ingiustificabile aggressione di un paese libero e sovrano. L’ideale di Europa è nata tra le tragiche macerie della guerra, tra le stragi e le persecuzioni, tra i fili spinati dei campi della morte. Si è sviluppata in un continente diviso in blocchi contrapposti, nel costante pericolo di conflitti armati: per dire mai più guerra, mai più fanatismi nazionalistici, mai più volontà di dominio e di sopraffazione. L’ideale europeo, e la sua realizzazione nell’Unione, è stato - ed è tuttora - per tutto il mondo, un faro del diritto, delle libertà, del dialogo, della pace”.
Intervento di Nicolas Vacchi, Vicepresidente Consiglio Comunale di Imola
“Il 10 febbraio è il giorno del Ricordo. Una solennità civile, come amo ricordare, perché oggi volgiamo il pensiero e la preghiera alle vittime delle foibe e dell'esodo istriano, fiumano, dalmata.
Ricordiamo le migliaia di persone uccise e perseguitate dai comunisti di Tito, con una sola colpa: essere italiani.
Come già affermato da più parti, fra le più significative figure, amo ricordare quelle di una ragazza, una bellissima donna, Norma Cossetto, simbolo di quella tragedia che furono le Foibe.
Oltre 10.000 morti infoibati dalla furia dei partigiani comunisti titini solo perché Italiani.
Oltre 350.000 esuli giuliani, istriani, dalmati, costretti a fuggire dalla loro terra a causa delle persecuzioni titine e che in patria trovarono, invece che solidarietà e rispetto, odio e discriminazione fomentato da certa parte nella storia.
Un dramma per troppi anni taciuto e peggio ancora negato dalla propaganda comunista titina.
Quale è il compito di noi italiani del 2023? Non scordare, ma ricordare. Ricordare la loro immolazione finalmente venuta alla luce dopo anni, decenni, di terribile ed ideologico silenzio. Ora quegli italiani, martiri delle foibe, sono finalmente nelle pagine di storia e il loro nome non potrà più essere dimenticato, ma soprattutto a loro viene riconsegnato un sentimento di gloria civile e di martirio.
La verità non può essere infoibata”.
Saluto di Fabrizio Castellari, vice sindaco e assessore alla Scuola
"Ringrazio le scuole che si sono impegnate ad approfondire il ricordo e i fatti drammatici delle foibe e dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra. In particolare, la testimonianza in Consiglio comunale è stata molto toccante e davvero preparata con grande passione e approfondimento. D’altronde è giusto e doveroso che questa tragedia e questi fatti così drammatici vengano ricordati a partire dalla scuola, dagli insegnanti e dagli alunni a cui è lasciato il testimone, affinché tragedie come questa non accadano mai più”
L'intervento di Roberto Visani, presidente del Consiglio comunale
"Il “giorno del Ricordo”, istituito con larghissima maggioranza dal Parlamento italiano nel 2004, rappresenta per tutta la comunità nazionale un’occasione per farci rivivere una pagina tragica della nostra storia recente e per esprimere la solidarietà anche della nostra Città verso i familiari e i discendenti di quanti vennero uccisi con crudeltà e gettati nelle foibe e di tutti quegli italiani costretti a fuggire dalle loro terre.
Le foibe, con il loro carico di morte, di crudeltà inaudite, di violenza ingiustificata e ingiustificabile, sono il simbolo tragico di un capitolo di storia, ancora poco conosciuto e talvolta addirittura incompreso, che racconta la grande sofferenza delle popolazioni istriane, fiumane, dalmate e giuliane. Queste terre di confine, con i loro abitanti, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, conobbero la triste e dura sorte di passare, senza interruzioni, dalla dittatura del nazifascismo a quella del comunismo di Tito. La sciagurata guerra voluta dal fascismo e l'occupazione nazista furono seguite, per questi italiani, da ostilità, repressione, terrore, esecuzioni sommarie aggravando l’orribile succedersi di crimini contro l’umanità di cui è testimone il Novecento.
Si deve soprattutto alla lotta strenua degli esuli e dei loro discendenti se oggi, sia pure con lentezza e fatica, il triste capitolo delle Foibe e dell’esodo è uscito dal cono d’ombra ed è entrato a far parte della storia nazionale, accettata e condivisa. Conquistando, doverosamente, la dignità della memoria.
Come per altre tragedie che hanno segnato il secolo scorso, esistono ancora sacche di deprecabile negazionismo militante. Ma oggi il vero avversario da battere, più forte e più insidioso, è quello dell’indifferenze e della noncuranza, che si nutrono spesso della mancata conoscenza della storia e dei suoi eventi. Questi ci insegnano che l’odio la vendetta, la discriminazione, a qualunque titolo esercitati, germinano solo altro odio e violenza.
Ecco perchè ricordare l'esodo e la tragedia di centinaia di migliaia di italiani cacciati dalle proprie terre, rappresenta un insegnamento fondamentale da trasmettere alle future generazioni per cogliere anche oggi le discriminazioni e le offese alla dignità della persona umana che vengono compiute in nome di una presunta superiorità etnica. Sono quindi lieto della partecipazione delle nostre scuole a questa seduta del Consiglio comunale e ringrazio gli studenti e i loro docenti per aver approfondito questa pagina di storia ancora oggi poco poco conosciuta.
II mio augurio è che questa ricorrenza possa essere per la nostra comunità un'occasione per pensare, per costruire una memoria condivisa e per rafforzare la pace, la fratellanza e l'amicizia tra i popoli.
L'Unione Europea è nata per contrapporre ai totalitarismi e ai nazionalismi del Novecento una prospettiva di pace, di crescita comune, nella democrazia e nella libertà.
Oggi, grazie anche all'Unione Europea, in quelle zone martoriate, si sviluppano dialogo, collaborazione, amicizia tra popoli e stati.
Le stragi, le violenze, le sofferenze patite dagli esuli giuliani, istriani, fiumani e dalmati non possono essere dimenticate, sminuite o rimosse. Esse fanno parte, a pieno titolo, della storia nazionale e ne rappresentano un capitolo incancellabile, che ci ammonisce sui gravissimi rischi del. nazionalismo estremo, dell'odio etnico, della violenza ideologica eretta a sistema. E allora ricordare le Foibe; ricordare le decine di migliaia di vittime; ricordare l'esodo e la tragedia di centinaia di migliaia di italiani cacciati dalle proprie terre, rappresenta un insegnamento fondamentale da trasmettere alle future generazioni.Sono quindi lieta che, anche grazie all'iniziativa di oggi, con tante scuole presenti, si possa contribuire a fornire agli studenti l'opportunità di approfondire una pagina di storia ancora poco conosciuta, anche perché per anni è stata assente dai testi scolastici. Ricordare è un imperativo morale. Ricordare sempre, ricordare tutto.
È solo dalla conoscenza storica che può nascere e irrobustirsi il dialogo tra i popoli europei; quel dialogo che negli ultimi anni ha sancito importanti momenti di condivisione e di reciproca amicizia con le autorità croate e slovene."
Venerdì 10 febbraio, alle ore 9,30 nell’area verde intitolata ai “Martiri delle Foibe e dell'esodo giuliano-dalmata” (area ex Limonaia), si svolgerà la cerimonia a ricordo, con il sindaco Marco Panieri che deporrà una corona alla lapide posta in loro memoria, alla presenza delle autorità civili e militari e dei rappresentanti delle associazioni d’arma.
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Ultimo aggiornamento: 20-09-2023, 09:03

