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“Ricorrono oggi quindici anni dalla scomparsa di Enrico Gualandi, avvenuta il 21 luglio del 2007. In questa occasione voglio ricordare la sua figura, partendo da quel monito agli amministratori venuti dopo di lui alla guida del Comune e più in generale in ogni ruolo di vertice istituzionale e amministrativo: “occupatevi dei problemi dei lavoratori, delle imprese, delle scuole, della salute, dei giovani: solo così la gente vi capirà e darete un senso alto al vostro impegno politico”. Un monito che lui stesso metteva costantemente in pratica, con quella capacità di guardare all’intesse generale, al di là delle singole appartenenze politiche, e di ascoltare e confrontarsi con tutti, assumendosi le responsabilità delle scelte.

La sua è stata una lezione di vita che trova un riscontro programmatico già nel suo discorso di insediamento alla carica di sindaco, subentrando il 12 novembre 1971 a Amedeo Ruggi, scomparso pochi giorni prima. In quell’occasione disse: “il patrimonio unitario che abbiamo difeso e costruito nella nostra Imola non vuole essere oggi un capitale da amministrare, né da trasformare in monolitismo, né da limitare in una sorta di ripartizione di potere. E’ invece un’esperienza dalla quale occorre partire per costruire nuovi momenti di confronto e di collaborazione fra forze operaie, contadine, di ceto medio, di piccoli e medi imprenditori, che sa naturalmente difendere gelosamente l’unità delle forze di ispirazione socialista, ma vuole anche sviluppare un nuovo rapporto di impegno e di responsabilità con altre forze cattoliche e laiche, per una ulteriore crescita democratica di Imola e del Paese”.

In queste parole e nella loro messa in pratica c’è tutta la modernità di Enrico Gualandi, riformista ante litteram, e tutto l’amore per il proprio Paese e per la propria città di chi ha posto la propria vita al servizio del bene comune, avendo i valori della Costituzione come guida. La sua, infatti, è stata una vita spesa per la città e per le istituzioni.

Una lezione estremamente moderna ed attuale in un mondo nel quale la politica oggi offre sempre più la sensazione di essere lontana dai bisogni e dai problemi quotidiani delle persone, come dimostra questa difficile crisi di governo, che produce nel nostro Paese sempre più incertezza e lascia ai cittadini sempre meno punti certi di riferimento. Proprio per questo ritengo utile ricordarne la figura di Enrico Gualandi, punto di riferimento imprescindibile per chi oggi è impegnato, a tutti i livelli e in tutti i territori, nella vita politica e delle istituzioni, dal consigliere comunale all’assessore, dal sindaco al parlamentare.
A tal proposito, proporrò al presidente del Consiglio comunale di commemorare Enrico Gualandi. nella prossima seduta del Consiglio, in programma giovedì 28 luglio.

Marco Panieri
sindaco

Scheda biografica

Enrico Gualandi (Imola, 17 novembre 1930Imola, 21 luglio 2007), figlio del ‘Moro’ (Guido Gualandi, commissario politico della 36.a Brigata partigiana Garibaldi), benché giovanissimo, partecipò alla lotta di Liberazione; successivamente ha fortemente contribuito a costituire, nel 1961 la Federazione Imolese del PCI, di cui è stato primo segretario fino al 1970, anno in cui viene eletto in Regione in qualità di consigliere regionale.

Nel novembre del 1971, per l’improvvisa scomparsa del sindaco Amedeo Ruggi, Gualandi rinuncia alla carica di consigliere regionale, per tornare ad Imola per l’emergenza derivante dalla morte di Ruggi ed essere eletto sindaco, carica che mantenne fino all’11 maggio del 1976.

In questo ruolo, il suo è stato un impegno totale per lo sviluppo e la qualità urbana della città, nelle sue scelte urbanistiche, con l’approvazione definitiva e l’entrata in vigore, nel 1973, del Nuovo Piano Regolatore del 1969, dal quale prederà il via una fase di grande espansione della città, con la costruzione del ‘nuovo quartiere’ la Pedagna e la nascita della nuova are artigianale, a nord della ferrovia. Sul versante sociale, da sottolineare la realizzazione delle scuole dell’infanzia e poi degli asili nido, al fine di affermare il diritto delle donne ad essere madri lavoratrici e dei bambini delle classi povere ad usufruire dei servizi educativi. Si registrano l’apertura delle scuole materne comunali ‘Fontanelle’ nel 1973 e a Zolino, nel 1974 e dei primi asili nido comunali a Zolino, Fontanelle e Campanella, nel 1976. Sempre nel 1973 avviò il servizio di assistenza domiciliare per gli anziani. Inoltre sviluppò le opportunità di crescita culturale, aprendo la rocca sforzesca, nel 1973 e riaprendo il teatro comunale nel 1974, appena restaurato. Nel 1973 inaugurò la piscina comunale intitolata al suo predecessore Amedeo Ruggi. Sempre nel 1973 venne elaborato il primo Piano del commercio (approvato all’unanimità dal Consiglio comunale nel luglio 1973. L’anno prima firmò l’accordo di gemellaggio con Pola e sempre nel 1972 venne aperta la prima farmacia comunale all’incrocio tra via Cavour e via Nardozzi. Da segnalare anche, nel febbraio del 1976, l’avvio dell’isola pedonale in centro storico.

Poi nelle elezioni del 20 e 21 giugno 1976, con lo scioglimento anticipato del Parlamento, venne eletto deputato, carica mantenuta fino al 1987, conservando sempre un fortissimo collegamento con la realtà ed i problemi dell’imolese. Dopo il Parlamento, Enrico Gualandi si dedicò con passione all’attività all’interno della Lega delle Autonomie Locali, di cui divenne prima Segretario nazionale (1988), poi dal 2000 vice presidente nazionale e responsabile della finanza locale. Nel 2002 diventa presidente dell’Anpi Imola e nel congresso del 2006 entra a far parte della segreteria nazionale dell’Anpi. Nel contempo, era stato eletto consigliere comunale a Casalfiumanese.

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Ultimo aggiornamento: 19-01-2024, 11:56