FADA Collective

FADA: Il termine ha origine in Niger e indica degli spazi informali di discussione pubblica, aperti a tutti. Nel 2020 nasciamo come un collettivo informale di sette reporter, sparsi in diversi Paesi, che decidono di unirsi per raccontare i diritti in un mondo in cambiamento.

In questi tre anni FADA è cresciuta, diventando un’associazione nonprofit, con una rete allargata di oltre 40 reporter freelance, che si occupano di temi e territori diversi. L’obiettivo è sviluppare e promuovere un giornalismo d’approfondimento e di interesse pubblico, con al centro i diritti, la giustizia sociale e l’ambiente. A distinguerci è la capacità di raccontare sul campo, in profondità, con strumenti multimediali, le cause e gli effetti di fenomeni complessi, mettendo in evidenza connessioni globali e locali, realizzando narrazioni accurate e creative, che hanno un impatto sul pubblico, sulle comunità e che contrastano forme di polarizzazione tossiche.

“Crediamo che sia necessario portare arte e cultura nelle sue svariate forme nelle province, in quelle aree lontane dall’offerta culturale delle grandi città, che non sfuggono però alle conseguenze di quei fenomeni globali e complessi. È anche nelle aree interne, nelle periferie e nelle province che si deve tornare.

Abbiamo portato i nostri reportage nelle piazze di Imola scegliendo di farlo presentando le storie donne che stanno al margine della narrazione mediatica - piccole, locali, ma globali allo stesso tempo - e che raccontano tanto di noi e, indirettamente, della nostra posizione nel mondo.”

Dal nord della Siria, passando per la striscia di Gaza, per la Tunisia e la Sardegna arrivando anche al Senegal. Sono sminatrici, imprenditrici, dottoresse, insegnanti, giornaliste, madri, attiviste e cooperanti, a unirle una tenacia capace di trasformarsi in coraggiosi e importanti gesti di resistenza. Le fotografie di Daniela Sala, Marco Simoncelli e Arianna Pagani provano ad abbattere gli stereotipi offrendo un altro sguardo attento a fenomeni complessi che spesso si intersecano - la crisi climatica, la migrazione, l’energia, la desertificazione, l’inquinamento, il nazionalismo, la radicalizzazione, il conflitto etc - e che hanno bisogno di essere approfonditi attraverso lo studio e l’incontro con le persone.

La mostra si compone di 10 immagini.

Durante la rassegna "Senza distinzione alcuna" 2023 le immagini sono state installate in diversi punti della Città di Imola, creando una esposizione diffusa.

Dall’8 marzo all’11 maggio 2024, in occasione della Giornata Internazionale della Donna , la mostra è riallestita negli spazi del Consultorio Familiare dell’Ospedale Vecchio di Imola (viale Amendola, 8 - (primo piano - salita A) - Area Consultorio Familiare) da lunedì a venerdì ore 9.00-18.00